Al secondo piano del Museo di Palazzo Pretorio dal 18 ottobre è visitabile la mostra Vasari. Le vite. Tre opere video, del regista teatrale, artista visivo, attore, drammaturgo e storico dell’arte Federico Tiezzi. L’esposizione è a cura di Teresa Megale, professoressa in Discipline dello spettacolo presso l’Università degli Studi di Firenze e delegata della Rettrice alle Attività di Spettacolo dell’Ateneo.
La mostra - visitabile fino al 18 novembre, con regolare biglietto di accesso al museo - è legata al convegno di studi Vasari nostro contemporaneo, realizzato con la cura scientifica di Rita Iacopino e di Teresa Megale e organizzato dal Comune di Prato, dal Museo di Palazzo Pretorio e dall’Università degli Studi di Firenze, con il contributo della Regione Toscana.
Il progetto Vasari. Le vite trova le sue radici ne Le vite de' più eccellenti pittori, scultori, e architettori del grande artista aretino, di cui quest’anno ricorre il 450esimo della morte. In particolare, le tre opere video selezionate per la mostra sono collocate - per la prima volta secondo l’idea originaria di Federico Tiezzi - come “quadri parlanti” in continuo e aperto dialogo con le opere pittoriche presenti all’interno degli spazi del Museo di Palazzo Pretorio.
Artisti come Pontormo, Rosso Fiorentino, Sodoma, Piero di Cosimo, Paolo Uccello, Buffalmacco e Vasari stesso sono i protagonisti di ritratti pensati come opere drammatiche a metà tra teatro, arte visiva e cinema. Attraverso le parole di Vasari, reinterpretate dal drammaturgo Fabrizio Sinisi, le Vite dei celebri pittori sono divenute monologhi in prima persona, simili a testamenti post-mortem. A interpretare i pittori Tiezzi ha chiamato alcuni tra i migliori attori del panorama teatrale italiano e ha affidato le scene e i costumi di ogni ritratto ad architetti, designer e pittori contemporanei. Uno straordinario Sandro Lombardi interpreta un “melanconico” Pontormo e un ottimo Roberto Latini un inquietante Rosso Fiorentino, mentre un modernissimo Giorgio Vasari è riservato alle cure di Giovanni Franzoni, in un prodigioso e sorprendente “teatro della pittura”.